giovedì 29 dicembre 2016

Riforma e Governo bocciati, la nuova pagina della politica Italiana

L’esito del voto referendario del 4 dicembre ha sancito non solo la vittoria dei sostenitori del “NO” ma anche la fine del governo Renzi, il quale aveva avanzato e sostenuto fortemente la proposta di revisione costituzionale.

Appresa la notizia della vittoria del “NO” con circa il 60% dei voti, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi a Palazzo Chigi ha così commentato: “Volevo cancellare le troppe poltrone della politica italiana: il Senato, le province, il CNEL. Non ce l’ho fatta e allora la poltrona che salta è la mia”, sancendo la fine del suo governo e aprendo la fase di crisi che pochi giorni dopo sarebbe stata risolta con lo scioglimento della riserva da parte del Presidente del Consiglio incaricato Paolo Gentiloni.

La bocciatura del referendum ha decretato la sconfitta di coloro che, sostenendo il “SI”, invocavano il cambiamento e una semplificazione del sistema. A vincere sono stati i sostenitori del “NO”, che reputavano la riforma pasticciata e ne vedevano all’interno un rischio di limitazione della sovranità dei cittadini. Inoltre, anche grazie ai leader dei principali movimenti politici che durante la campagna elettorale si sono di fatto sottratti al dibattito nel merito della riforma e hanno limitato il confronto alla polemica, il referendum ha assunto una valenza principalmente politica.

All’indomani del 4 dicembre, tutte le forze, di maggioranza e di opposizione, hanno incominciato a interrogarsi sulle decisioni da prendere per risolvere la crisi di governo aperta dalle dimissioni di Matteo Renzi, dividendosi, per l’ennesima volta.

Da una parte, infatti, si sono schierati coloro che invocavano le elezioni anticipate, da un’altra coloro che avrebbero voluto “armonizzare” il sistema, cioè estendere l’“Italicum”, la legge elettorale attualmente in vigore per l’elezione della Camera, anche al Senato, poiché adesso esistono due leggi distinte per eleggere i rappresentanti in Parlamento: i senatori, infatti, vengono eletti con il “Consultellum”. Da un’altra parte ancora, invece, si sono schierate quelle forze politiche che volevano un governo in grado di coadiuvare il Parlamento nella stesura di una nuova legge elettorale.
Alla fine, dopo le consultazioni di rito, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito il mandato per formare un nuovo esecutivo a Paolo Gentiloni, esponente del partito con più seggi in Parlamento, il PD, nonché ex ministro degli Esteri del governo Renzi. Tuttavia, la nomina di Gentiloni ha fin da subito suscitato le polemiche dei partiti di opposizione poiché il premier incaricato ha presentato un governo “fotocopia” di quello dimissionario.

L’ex titolare della Farnesina, oltre a dover risolvere i problemi legati alla legge elettorale, avrà il compito di rappresentare l’Italia durante alcuni vertici Internazionali tra i quali il G7, ospitato proprio dall’Italia a Taormina nel maggio prossimo.

Il voto del 4 dicembre ha manifestato la voglia di partecipazione alla vita politica degli italiani, fenomeno che non si vedeva da tempo nelle varie tornate elettorali italiane. Il dato sull’affluenza alle urne è stato, infatti, di poco inferiore al 70% degli aventi diritto.


Il referendum ha però aperto anche una fase di dibattito interno ai partiti, in particolare al Partito Democratico, la forza politica che più di ogni altra aveva sposato le cause del “SI” e che ha visto l’improvvisa uscita di scena da Palazzo Chigi del proprio segretario, ritiratosi nella sua casa toscana di Pontassieve.


Andrea FERRERA, IV A

Come ciottoli nel mondo

Racconto secondo classificato alla seconda edizione del concorso "Caro Fabrizio, ti racconto un viaggio", sezione A, giovane - under 20.


Ricordo. 

Ricordo ancora quando intraprendevi quei sentieri sdrucciolevoli che tanto detestavo ma che tu amavi percorrere. Sentieri sempre diversi, talvolta immersi nel verde e altre inghiottiti dall' arida terra che sempre la natura aveva accolto. Io odiavo quando tu scalciavi quei sassolini tutti uguali: a cosa servono quegli inutili ciottoli? Che posto occupano nel mondo? Sono sempre lì, nessuno sa che esistono eppure giacciono su quelle strade sterrate probabilmente da sempre. Sei probabilmente l' unico ad attribuire un minimo di importanza a ciascun ciottolo di pietra, ma questo a te non è mai interessato.
Mi chiedo se tu ti sia mai identificato in un sassolino ma questo non me l' hai mai detto. 
Un giorno però mi dicesti che avresti voluto essere uno di quei sassi e, quando ti feci notare che per me erano tutti uguali, sorridesti. Non credo che tu abbia notato il disprezzo nella mia voce mentre mi riferivo a quegli anonimi pezzi di pietra grigia, però ricordo che tirasti un forte sospiro malinconico che sarebbe benissimo passato per un moto di invidia. A quel punto ti fermasti e ne raccogliesti uno riflettendo a voce che alta che almeno loro possono guardare il cielo ogni volta che lo desiderano, e riprendesti a passeggiare senza smettere di stringere quel sasso uguale ma diverso da tutti gli altri nel tuo pugno chiuso e fermo.
Ora un po' mi manca lo scricchiolio dei tuoi passi sicuri, così fuori luogo rispetto ai miei incerti, smarriti e anonimi. 
A te piaceva guardare il cielo. Mi sono sempre chiesto cosa ci trovassi in quell' infinita distesa blu sempre uguale, ma tu non hai mai smesso. Dicevi che in realtà è sempre diverso e forse solo ora comincio a capire cosa intendevi dire. 
Sotto questo stesso cielo, mi raccontavi, ci siamo tutti quanti: io, te, mia mamma, e tutte quelle persone di cui la gente ha ormai dimenticato volti e nomi, eppure siamo tutti sotto questo cielo infinito che accetta tutti. Quella volta scoppiai a ridere, lo ricordo bene questo, e allo stesso modo avrò sempre in mente vividamente il sorriso gentile che mi rivolgesti. Dio, quanto mi vergogno adesso! Vorrei tornare indietro e abbracciarti tanto forte da impedirti di andar via, tanto stretto da non permettere che tu ti allontani, con tanto affetto che ti farei sentire i battiti del mio cuore, fermi e decisi solo quando sei con me a dettare il tempo di ogni sorriso.
Spero che tu non abbia dimenticato quella volta in cui chiesi di poter fare una pausa e tu scoppiasti a ridere dicendo che eravamo appena partiti: nonostante fossimo in cammino ormai da ore le tue gambe avrebbero potuto percorrere distanze senza eguali per interi giorni pur di raggiungere le mete che adoravi prefiggerti, e ogni volta che raggiungevamo una meta sapevo bene che eri combattuto dalla tentazione di rimanere per sempre immerso nella natura e allo stesso tempo di continuare a viaggiare per il mondo. Quel mondo che troppo spesso dimenticava il cielo e il sassolino nella tua mano.
Ma perchè un solo ricordo può fare tanto male? Sento una presa forte al cuore, come la tua mano quando stringesti a te quel sasso, e allo stesso tempo attraversa ogni centimetro del mio corpo ridotto a un fremito, fino a quando non si blocca in gola, non va più su, e non torna giù, e allora mi sento soffocare, vorrei urlare ma non posso, sento solo qualcosa di caldo rigarmi il volto e il vuoto che mi attanaglia come una morsa da cui non potrò mai liberarmi. 
Però il ricordo del tuo sorriso è ancora lì, i tuoi occhi sono sempre rivolti a quel cielo nostro amante e l' eco dei tuoi passi non smette di scandire il giusto tempo al mondo. 
Infine sospiro e riprendo a camminare: sto venendo da te, Fabrizio, tu aspettami. Intanto guardiamo il cielo come i fortunati sassi che siamo.
Un giorno lo guarderemo di nuovo insieme ma, per il momento, ricordo.



Sara RUSSO, V A

L' Amore


Quando ci si sente così è un giorno positivo.

 Significa che qualcuno ha suscitato una particolare allegria e felicità. Molte volte ci si stupisce di se stessi nel vedere la reazione in risposta ad alcune azioni, magari banali, ma pur sempre affettuose.

Compare un sorriso e lo si legge negli occhi perché, se ci si fa caso, si può cogliere uno sguardo diverso, che a volte mette a disagio o in soggezione chi si ha di fronte. In quello sguardo, in alcuni casi, c'è anche la magia dei sogni, che porta in altri mondi o ad altri pensieri. 

Conduce ad emozioni spettacolari e indimenticabili, talvolta fa battere forte il cuore, ma può anche suscitare vergogna, timidezza o rendere il soggetto triste, arrabbiato e geloso; a volte fa piangere o rende felici a tal punto da emozionarsi.

In ogni caso è un sentimento che richiama alla mente tanti stati d'animo differenti, siano essi negativi o positivi, ed è proprio in questo che giace la sua bellezza.


Anonimo, classe I A

Scuole capaci

Dopo l’ obbligo sancito dalla legge 107 circa l’ alternanza scuola-lavoro, giungono finalmente i primi dati e le stime successive sul fenomeno che ha per la prima volta coinvolto obbligatoriamente anche gli studenti liceali. Secondo le indagini infatti il numero di stagisti liceali è inevitabilmente cresciuto sino a superare di molte volte il raddoppio: dagli appena 12.371 studenti dell’ anno scolastico 2014/2015 sono oltre 227mila quelli coinvolti nell’ anno appena passato. Le cifre lasciano dunque ben sperare nell’ ottica di una formazione permeata sulla così favorita introduzione al mondo del lavoro.

Ciononostante è stato inevitabile ascoltare le prime critiche avanzate circa un sistema di sfruttamento di giovani costretti a concedere gratuitamente dalle 200 alle 400 ore in tre anni in maniera gratuita e senza profitto alcuno se non quello dell’ ammissione all’ esame di Stato in quinta.

Anche i primi scandali non hanno tardato a raggiungere le orecchie dei mas media, che senza indugi hanno rivelato una realtà dietro le quinte che ha subito scatenato accese polemiche. Infatti l’ accordo del MIUR con la nota Multinazionale McDonald che prevede la messa a disposizione di 10.000 posti in vista degli stage formativi, è solo uno degli accordi che il Ministero dell’ Istruzione ha concordato con ben 27 multinazionali pronte ad accogliere studenti del triennio di tutta Italia. Da McDonald a Zara, dalla Coop a Dallara sono diverse le proposte che hanno lasciato discutere sull’ utilità formativa della Buona Scuola.

Tuttavia è massiccio il numero delle scuole che ha ignorato gli appelli delle multinazionali mettendo a disposizione degli studenti ricchi programmi in grado di consentirgli il raggiungimento delle ore previste dalla legge 107 senza dover ricorrere a proposte ritenute inaccettabili. A questo proposito diventa necessario citare il Liceo Darwin che, dopo un’ attenta analisi delle attività potenzialmente utili ai suoi studenti, è riuscita a proporre un programma valido in tutti i suoi aspetti e in grado di limitare gli spostamenti al minimo con laboratori interni laddove si fosse rivelato necessario secondo le esigenze degli studenti.

Si parla dunque di “scuole capaci”, ovvero scuole che sono state in grado di cogliere l’ appello di chi evidenziava una sostenuta incapacità concreta degli alunni d’ Italia al di fuori del contesto scolastico, senza tuttavia scadere in banali iniziative soggette a polemiche in particolare dal corpo genitori.


Così può funzionare. 


Sara RUSSO, V A

La sofferenza oggi


Cos'è la sofferenza? La nostra società è molto mutata e, con essa, il significato del termine sofferenza, anche se effettivamente può sembrare inutile cercare di capirne il nuovo significato. Se però ci pensiamo bene i nostri nonni, bisnonni,trisavoli,et cetera..., hanno sofferto per riuscire a darci la realtà in cui viviamo adesso e, se vogliamo concedere anche ai nostri figli una “buona” realtà, dobbiamo soffrire anche noi per primi; ora però pensiamoci bene: quanto siamo disposti a soffrire?

Ecco perché ci serve conoscere il significato attuale di sofferenza: per sapere se siamo disposti a soffrire per migliorare la nostra società. 

Quindi, tornando alla prima domanda, cos'è la sofferenza? 

Oggi soffrire significa fare qualcosa che non si ha voglia di fare. Ad esempio: non ho voglia di andare a scuola. In questo caso che può apparire banale andare a scuola diventa una sofferenza. Questo ci dimostra quanto pigra sia diventata la nostra società e, questa stessa pigrizia, la rende vecchia e debole, perché fare qualcosa di nuovo richiederà uno sforzo, una fatica che noi non abbiamo voglia di eseguire. Può anche essere che però siamo talmente sfaticati che faremo in modo che qualcun'altro o qualcos'altro lo faccia per noi, anzi no, lo stiamo già facendo:infatti sono già sul mercato robot che ci guardano i bambini, che cucinano per noi, e di questo passo probabilmente andranno a scuola e a lavoro per noi. In questo modo la sofferenza finirà e con essa il progresso e quindi la società stessa rimarrà ferma in attesa che qualcuno voglia soffrire per migliorarla.


C'é chi é più magnanimo e, già in passato vittima di sofferenza nel suo reale significato di "doloroso", preferirebbe che nessuno soffrisse più ed é un pensiero molto altruista, nessuno osa esprimere il contrario, e chi se non il sofferente può dire quanto sia brutto soffrire? 

Ciononostante le persone di oggi, soprattutto noi giovani abituati alle varie comodità della società odierna, hanno bisogno di soffrire per evitare di impigrirsi e far arrugginire la stessa società; se oggi viviamo comodamente davanti al nostro televisore, tablet, telefono e chi più ne ha più ne metta, é perché prima di noi qualcuno ha sofferto per fare in modo che potessimo stare comodi e comode ,soprattutto comode:quante donne hanno combattuto per permetterci di leggere e scrivere? Quante donne hanno combattuto per arrivare alla parità fra sessi?

In conclusione credo che renderci conto della pigrizia della  nostra società ci dovrebbe far riflettere e far capire che se siamo a questo punto non é perché siamo rimasti a girarci i pollici,ma perché ci siamo  alzati e abbiamo combattuto soffrendo.


Sephora BRUNETTI, II A

sabato 9 aprile 2016

L' INFELICE BELLEZZA

L' INFELICE BELLEZZA

Il suo lieve sorriso,
con una lacrima che le inondava il viso
di una tristezza inaudita
mi fecero capire la sua debolezza.
Era il più bel fiore appassito,
era il più bel sogno ormai finito.
Bella come la primavera,
triste come l' autunno.
La tristezza era la sua vita,
così fredda quanto terrificante.
Il suo volto esprimeva tante parole,
ma la sua bocca nemmeno una.
Di lei ricordo solo le sue carezze delicate
meglio di mille parole.
Lei era il mio sole
e il mio sorriso.
Lei era la mia distruzione,
nonchè la mia unica salvezza.

Anonimo.
III A

Intervista a TYLER COUETT

STUDENTESSA: Hi Tyler! Are you ready?
TYLER: Ya, we can start.
S: Where are you from?
T: I'm from Newfields, in New Hampshire, so in North America.
S: Why are you in Italy?
T: I'm here 'cause I'm just gratuated from college and I came here to study international affairs. I love italian culture and I really enjoy learning more about world.
S: How did you feel when you arrived in Italy?
T: I' ve always want to come to Italy and learn more about local culture, but when I arrived I was definitely nervous 'cause I didn' t know anyone. But now I' m more confortable and  much happier.
S: How do you feel now?
T: I feel great, I like being here and everyday it gets better and better
S: What are you going to do after this travel in Italy?
T: So, when I' ll go back in United States I want to find job in Washington D.C.,  so work for the government or in international relationship: I really like to study Global Affairs.
S: What is your favorite subject?
T: My favorite subject is definitely history: I love history, I think it's extremely important, and I think that understanding history can help you to understand people and future of the world.
S: What do you love of Italy?
T: Definitely people and food. Since I' ve been here I haven' t had any food that I didn' t like and I' ve never met anyone like italian people. So, I love people and food.
S: Did you work in America?
T: My job in America was mostly student, but during summer I was cook in country club or a fancy restaurant.
S: Which are you dream?
T: My only dream at the moment is work one day for the government or a global organization.
S: What is the worst thing that happened to you?
T: The worst thing that happened to me was probably when I got hit by a bolt and I' ve almost lost both my legs. That was preatty bad but it could have been worst!
S: Which are your hobbies?
T: I love running: it's one of the most things I love to do; I also like working with my hands and I love watching moving.
S: What is your favorite colour, and why?
T: My favorite colour is blue 'cause when I was child I have always had blue birthday's cake, so… I don't really know why, but I love blue, maybe 'cause ocean and sky are blue… I don' t know, but it's my favorite colour.
S: Okay, so… what did you learn in Italy in these months?
T: I learnt new thing about culture, about language and people. I' ve travalled to London, Florence, Amsterdam, so just learn more about, ehm... how it works over here.
S: How much are you improuved in italian?
T: I'm sure to improve myself to listen, to understand italian, but speaking is very difficult for me.
S: So, what is more difficult according to you?
T: Definitely speaking italian 'cause sentence structure is much different, so is hard for me form pheraps in my head; it's much easier for me to write them down.
S: Have you some ideas for improve our english?
T: So, the best way that I' d think so far is conversational just interacting with students and only speaking in English facing people to speak; definitely improve the most and once people, students aren't so shy about speaking in english improve remarketly well.
S: What is the biggest difference between Italy and U.S.A.?
T: Just a way biggest difference [is that] in America everyone have to do something quickly, efficently and getting done fast. In Italy people are a lot more relaxed! There isn' t always a set plain and people are a lot of easygoing next.
S: What will be first thing you are going to do just back in New Hampshire?
T: First thing I' ll do it' s just hang out and relax with my friends and family, that' s the only thing I miss at all.
S: The last question: what is your type of girl?
T: Oh, ehm, my ideal girl, oh… I don' t really know, she would be, ehm… the most important thing is someone I could enjoy things around that I can be myself with. And most important is someone that makes me a better version of myself and someone that helps me being my best me.
S: Thank you very much for you time, Tyler!
T: Of nothing!

Intervista a cura di Sara RUSSO, IV A
Con l' aiuto per la trascrizione di:
Federica MILETTO, IV A e Martina FABRIS, IV A